Passa il tempo ma il museo diocesano resta ancora chiuso

Cronaca

(di Mario GUIDO)


Nella stagione estiva insieme alle tante sagre gastronomiche e manifestazioni simili, una buona parte del tempo, visitatori e curiosi di tutte le regioni, lo trascorrono interessandosi di cultura con visite a monumenti, luoghi d’arte e musei di tutti i generi. Anche Bisignano potrebbe offrire, insieme alle immancabili sagre paesane di grispelle, lagana e ceci e rape con salciccia, occasioni per dedicare alcune ore a soddisfare qualche interesse culturale di un certo spessore.

La definizione di Bisignano, città d’arte e di santi è stata coniata proprio da qualcuno che ha voluto richiamare l’attenzione sui numerosi tesori d’arte che possiede, a cominciare dagli strumenti della liuteria classica della dinastia De Bonis, per finire ai tanti oggetti di arte sacra che avrebbero dovuto trovare posto, già da tanto tempo, nell’apposito Museo diocesano di arte sacra che , da oltre quindici anni, ha trovato la propria sede nell’antica chiesa dei Pallottini, dedicata a San Giuseppe e situata in pieno centro città.

Neanche S.E. mons. Salvatore Nunnari, già arcivescovo emerito della diocesi di Cosenza Bisignano, è riuscito a vincere gli ostacoli burocratici che hanno impedito, finora, l’entrata in funzione della struttura museale. Eppure mons. Nunnari aveva promesso solennemente alla cittadinanza bisignanenese, durante la celebrazione della messa nel giorno dell’Epifania del 2014, nella Concattredale che una volta inaugurato il Museo diocesano di arte sacra di Cosenza, sarebbe stato aperto anche quello di Bisignano.

Ora quello del capoluogo è stato regolarmente inaugurato e reso funzionante, quello di Bisignano, no. Ed è un’altra opera incompiuta che si aggiunge alle tante altre sparse di qua e di la nel territorio di questa città così come di tante altre della Calabria. Per Bisignano basta ricordare la vicenda ormai ventennale del Palazzetto dello Sport; il Centro di Aggregazione del Viale Roma; il Museo della Liuteria, sulla Collina Castello. Centinaia di migliaia di euro spesi senza alcun costrutto, che peccato!

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