(di Alberto DE LUCA)
Far festa per una comunità significa ritrovare i legami di senso e appartenenza. Le feste civili e quelle religiose si propongono di promuovere l’incontro e hanno lo scopo di ritessere i legami comunitari. Una festa collettiva coinvolge tutti a prescindere dai colori politici o dalle lobby di appartenenza.
A Bisignano in questi ultimi giorni sembra che il significato della festa resti sullo sfondo rispetto a una serie di pratiche e abitudini povere di senso che rischiano di opacizzare la ricorrenza in onore di Sant’Umile. Le lacerazioni politiche e quelle religiose hanno trasformato una festa comunitaria tradizionale in un braccio di ferro per determinare il più forte.
La pratica di spartizione del territorio, in atto a Bisignano ormai da molti anni, ha finito per caratterizzare inevitabilmente anche le feste popolari e tradizionali. L’occasione della festa è diventata la riflessione speculare delle esacerbazioni quotidiane cui è sottoposta la comunità bisignanese attraverso il comportamento certosino di un potere amministrativo infelice. Tuttavia lo spettacolo di danza del Viale Roma è stato sufficiente ad archiviare ogni preoccupazione almeno per i cittadini presenti in piazza mentre nei vicoli rimasti senza la corrente elettrica si percepiva tutto il disagio dell’abbandono.