Il pro-spettro del Reddito di cittadinanza arriva anche a Bisignano

(di Alberto DE LUCA)


“Certe volte l’azione più ragionevole non è cercare il lavoro ma crearlo”.

Il prospetto riassuntivo del Reddito di cittadinanza o di Pensione di cittadinanza per i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componente di età pari o superiore a 65 anni non lascia dubbi sulla modesta fetta di cittadini italiani, residenti in Italia o in possesso del permesso di soggiorno, destinatari delle condizioni espresse dalla bozza del Decreto.

Il Reddito di cittadinanza potrà essere percepito dai cittadini in possesso di un Isee inferiore ai 9.360 euro e per un periodo continuativo non superiore ai 18 mesi;

  • Con un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, non superiore a una soglia di 30mila euro;
  • Con un valore patrimoniale mobiliare non superiore ai 6mila euro, soglia accresciuta di 2mila euro per ogni componente familiare, fino a un massimo di 10 mila euro, e di 5000 euro per ogni componente con disabilità.

Il numero previsto di persone che beneficeranno del cosiddetto Reddito di cittadinanza sarà pari a 4.559.579 e per un costo che per le casse dello Stato ammonterà a 8.526.606.259 euro. Numeri e cifre non da capogiro visto i piani iniziali del governo che di fronte alle pressioni dell’Unione Europea ha dovuto rivedere tutte le premesse riducendo ciò che doveva essere un provvedimento contro la povertà e la mancanza di lavoro a una Decreto ristretto solo a pochi italiani e inclusi gli stranieri.

Il Reddito di cittadinanza è comunque una piccola speranza per chi vive in condizioni da terzo mondo e non ha un lavoro. Tuttavia qualcuno parla di “assumificio” esprimendo tutte le preoccupazioni e ipotizzando che probabilmente grazie al Decreto attuativo del governo gli unici sicuramente assunti saranno i 4000 addetti ai centri per l’impiego.

Per il governo giallo-verde il Reddito di cittadinanza è un meccanismo ancora tutto da comprendere e replicando alle domande dei giornalisti, attraverso la voce di uno dei suoi più illustri rappresentanti, fa sapere che il nuovo Decreto riguarderà solo i cittadini italiani, non gli immigrati e sarà lo strumento in dotazione alla Stato per distruggere alcune forme di assistenzialismo che in Italia esistono da diversi anni in cambio di lavoro, di occupazione e di ricchezza.

Nel calderone delle informazioni e delle opinioni che in questi giorni si mescolano tra social, televisione e carta stampata, il Reddito di cittadinanza sembra avere conquistato una buona fetta di Italiani anche di chi probabilmente attende invano di vedere risolta la propria condizione d’inoccupazione o disoccupazione. Tuttavia alla maggioranza degli Italiani il Reddito di cittadinanza non apporterà alcun beneficio e neppure agli individui inoccupati o disoccupati che risultano possessori di una microscopica agiatezza economica.

Il Reddito di cittadinanza è soltanto una tra le possibili risposte al problema dell’inoccupazione e della disoccupazione in Italia (forse quella meno efficace in un contesto di generale mancanza di lavoro) soprattutto se si pensa alle regioni meridionali dove il lavoro per molti individui non è mai esistito e le poche aziende sussistenti sul territorio lasciano a casa migliaia di persone costretti poi a vivere degli esigui risparmi familiari. La questione non è possedere lo strumento per cercare un impiego, ma è il lavoro che non c’è e che non è più creato. In Italia la mancanza di una programmazione industriale è causa di disoccupazione insieme all’assenza di rinnovamento dei mestieri e delle attività lavorative di cui una Nazione non può fare a meno al fine della crescita, del benessere economico e sociale.

Il Reddito di cittadinanza è solo lo strumento per incoraggiare un’esigua parte di persone che non hanno un lavoro a trovarlo nei tempi stabiliti dal Decreto, pena l’interruzione dell’incentivo economico accordatogli dalla Stato. Per tutti gli altri Italiani inoccupati o disoccupati che ogni giorno si propongono con il proprio curriculum aggiornato e senza mai ricevere in cambio un regolare contratto di lavoro, il Reddito di Cittadinanza non produrrà nulla se non amare sorprese come per esempio il fatto di doversi finanziare altri corsi di formazione professionale per sperare di essere assunti da un’azienda che nella migliore delle ipotesi offrirà un contratto lavorativo al "Reddito di cittadinanza".


 

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