Dopo la riforma UE sul copyright non ci resta che abbandonare la Rete

(di Alberto DE LUCA)


Leopoldo Longanesi, giornalista, scrittore editore, pittore, disegnatore e aforista italiano, diceva che la libertà di stampa è necessaria soltanto ai giornalisti che non sanno scrivere”. 

Per quelli che non sono giornalisti o per i cittadini che non hanno voce in capitolo, ma che grazie all’avvento della Rete sono riusciti a ottenere uno spazio nei vari motori di ricerca Internet e a diffondere “gratuitamente” le proprie idee, la libertà d’espressione è alla base dei diritti umani e la madre della verità.

“Sopprimere la libertà di parola significa insultare i diritti umani, soffocare la natura dell’uomo e reprimere la verità”.

Dopo l’approvazione della riforma UE sul copyright, la libertà di esprimersi in Rete, attraverso contenuti d’autore, non è più garantita a tutti, nemmeno a coloro che possiedono la libertà di scrivere per il semplice gusto di comunicare le proprie idee al mondo.

Agli albori dell’Europa tutti reclamavano una rete Internet per un mondo più libero e unito. Oggi, sembra che le cose siano molto cambiate e qualcuno ha pensato di mettere il bavaglio alla “Rete Parlante”.

Alcuni Paesi Europei hanno dimenticato l’idea secondo la quale per godere degli inestimabili benefici della Rete Internet era necessario anche sottomettere gli inevitabili mali che provocava, accettarli in un compromesso di libertà e a garanzia di una maggiore espressione della Democrazia.

Dove c’è libertà di comunicazione e tutti la sanno custodire e  hanno accesso libero alla Rete, anche favorendo gli interessi economici di colossi come Google o Facebook, non ci sono pericoli di cadere nell’assolutismo del potere.

La libertà di espressione, di divulgare liberamente il proprio pensiero soprattutto in Rete, è essenziale per l’illuminazione di una persona libera e nel limitare quelli che detengono il potere.

Con l’approvazione della   riforma UE sul copyright, chi gestisce i contenuti d’autore, dovrà chiedere l’autorizzazione a divulgarli. Nel caso dei piccoli autori della Rete che hanno trovato il modo di comunicare al mondo il proprio pensiero e in piena libertà, grazie anche ai potenti convogliatori di notizie, l’approvazione della nuova normativa, si trasformerà in una mannaia, che determinerà l’eliminazione di contenuti d’autore, non autorizzati, ai quali non sarà logicamente rivolta nessuna richiesta di autorizzazione da parte dei colossi della gestione Internet. Con la nuova legge, le piattaforme Internet che non avranno capacità di contrattualizzazione saranno esclusi dai maggiori canali di divulgazione della rete.

Nel mondo di Internet non vale il postulato che più sono grandi e potenti i media, meno coraggio e libertà vengono consentiti.  Fino a oggi, la grandezza di Internet e anche dei suoi contenuti d’autore, non hanno determinato, per forza, la debolezza di chi compare tra le pagine di Google o Facebook e questo è evidente e lo afferma la storia degli ultimi vent’anni.

Grazie all’utilizzo della Rete, chiunque ha potuto emergere, pubblicando liberamente i propri contenuti e divenendo un autore, altrimenti sconosciuto al mondo, ma dopo la legge approvata dal Parlamento Europeo, non sarà più così e specialmente per quegli autori che per effetto della nuova normativa saranno crudelmente destinati all’inesorabile uscita dalla Rete.

Chiunque ha applaudito alla nuova normativa europea ha calcolato solamente i benefici di comodo e non le conseguenze negative di libertà per il futuro di ogni singolo individuo. 


 

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