La triste fine del paese che vive di speranze

(di Alberto DE LUCA)


Di Amodio, Coschignano e Nicoletti: “Dimenticano i servizi e sprecano il denaro”. Al festival della canzone italiana i bisignanesi avrebbero già il titolo del testo canoro da presentare all’Ariston di Sanremo.

Bando alle ciance, a Bisignano sono tutti contro tutti. Il poco intuito contro la ragione, il piacere contro il dovere, a contestare un sistema che preferisce tacere e quando non riesce a imporsi, blocca qualsiasi discussione.

«L’amministrazione Lo Giudice ne combina un’altra delle sue». «Per la loro mancata programmazione si accorge, a soli pochi giorni dall’apertura delle scuole, di non avere le risorse finanziarie necessarie per garantire il servizio di trasporto e come di consuetudine avvisano, solo telefonicamente, le famiglie già impegnate dalla routine quotidiana». «Rispetto all’anno precedente, il numero di corse ordinarie previste dal nuovo piano, è dimezzato da 22 a 11 corse in quanto, come specificato nella determina si deve tenere conto della situazione finanziaria dell’ente».

A Bisignano, il periodo è ostile con giornate poco gradevoli e senza tanta voglia di operare. Essere inflessibile su certi argomenti significa diventare antipatici anche all’aria. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e specialmente quando si tratta di comprendere che al pagamento di lauti tributi non corrispondono gli adeguati servizi.

Accanto al malcontento dell’agguerrito gruppetto di ex Consiglieri e Assessori, c’è anche la contestazione del Commissario Cittadino per Bisignano di Forza Italia che ha invitato a ricorrere alla piazza poiché “l’amministrazione comunale in carica non ne fa una giusta”. Intanto che nel distretto bisignanese imperversa l’oblio, “al popolino le questioni di amministrazione economica e quelle concernenti fatti orripilanti non devono interessare poiché per tutto questo ci sono già al lavoro le Istituzioni competenti”.

Amministrare un paese è il compito più difficile che esista. Per farlo ci vuole una grande umiltà e non solo l’ambizione. Non si può governare da soli ignorando le basi della politica e soprattutto le opinioni dei cittadini. A Bisignano, i non consenzienti e i cittadini stanchi di abbassare la testa gridano che la maggiore colpa dei governanti è quella di non aver saputo mettere in campo una classe dirigente in grado di far ripartire l’economia del paese e opporsi alla crescita dell’illegalità.

Per capire il disappunto nei confronti di una governance che fa acqua da tutte le parti non basta solamente guardare alle critiche mosse dalle opposizioni, comprese quelle di una specifica parte della minoranza che in sede di Consiglio ha più volte denunciato le gravi problematiche del bilancio comunale, ma bisogna osservare anche l’insoddisfazione “della maggior parte della cittadinanza” nei confronti dell’attuale Amministrazione

«Lungi da capi orgogliosi e di tipo troppo intelligente, codesti sono gli insinceri alleati della libertà popolare altro che garanti della democrazia, del pensiero libertario e al servizio del popolo», ma la sgarberia nei confronti delle famiglie che reclamano dei servizi fondamentali non è più accettabile e non fa onore a chi la produce.

Qual è il torto di chi ha pagato i tributi e attende in cambio degli adeguati servizi? I bisignanesi che denunciano le nequizie contro i nemici della società civile e condannano chi offende con le loro macabre azioni il territorio, sono stanchi, logorati e consumati di cotanta indifferenza e abbandono istituzionale. Non erogare alcuni servizi primari, naturalmente il riferimento non è soltanto al trasporto scolastico, non è una cosa degna di un paese civile anche quando si tratta di stringere la cinghia per far quadrare i conti.


 

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