(di Uff. Stampa UNSIC Cosenza)
Apprezziamo lo sforzo compiuto dalla Regione Calabria per venire incontro agli operatori economici del territorio, in seguito alla diffusione della pandemia, ma non possiamo fare a meno di rilevare delle criticità che abbiamo ravvisato.
Innanzitutto, a proposito del bando “Riapri Calabria”, relativo al contributo fondo perduto alle imprese: ci sembra del tutto insufficiente e potrebbe coprire meno del 20%. Infatti, il totale delle imprese in Calabria, in base all’ultimo censimento è di 109.987 Lo stesso bando potrebbe apparire come una sorta di roulette russa, con beneficiari a sportello, con apertura click day, dalle ore 10:00 del giorno successivo alla pubblicazione del bando.
Bisogna poi tener conto di una burocratizzazione spropositata per richiedere 2.000 euro una tantum: firma digitale e pagamento bollo con F24.
L’erogazione tramite Arcea presuppone aprire un fascicolo presso un Caa. In più, il contributo soggetto a Durc. Coloro i quali avranno anche una rata Inps scaduta non avranno possibilità di accesso.
Infine, la richiesta di una certificazione per carenza liquida da ottenere da un professionista iscritto albo, commercialista o consulente lavoro, non codificata e non coperta da polizza assicurativa professionale.
Ne consegue che il professionista a cui si richiede la certificazione (non è chiaro cosa dovrebbe contenere), qualora la rilasci, dovrà richiedere un compenso adeguato, sia per l’intervento professionale che per la responsabilità in mancanza di copertura assicurativa.