L’urtimu buttunu i ra vrachetta

(di il chiuR.Lo)

Bisignano non esiste, ma i bisignanesi esistono, eccome! (In)distinti e (dis)uguali, liberi e sottomessi, nativi o sradicati, esageratamente abbottonati o perlopiù sbracati, cum grano salis onesti e disonesti, ognuno con il proprio carico di pazienze e rampogne, mancanze e bisogni, rinunce e mugugni, verità e menzogne. I bisignanesi, tutto sommato, sono come ‘i jirita ‘i ra manu o, meglio, cumu i buttuni ‘i ra vrachetta. E se nello sbottonarsi, ogni volta, si scopre tutta l’inutilità i l’urtimu buttuni e solo nell’abbottonarsi che non se ne sottovaluta l’importanza, desiderando, tuttavia, la praticità della zip.

Questione di brache, di habitus o allure, di metafore e frasi fatte e di tutte le implicazioni possibili ed (in)immaginabili che ti frullano in zucca: …ca visignanisi sí, ma mica fessi! O, se più ti aggrada, semplicemente italiani a tutto tondo. Pronti a salire sul carro dei vincitori o a scendere appena girato l’angolo, ben contenti di votarti ma egualmente inclini a ti vutari i spalli, accondiscendenti ed inflessibili in egual misura, ben lieti di sfogarsi e sfiatarsi al bar o su facebook e giudiziosamente minnifrichisti.

E tutti o quasi, oriundi e non, poppanti e barbe bianche, signurinelle e femmini abbasati, con quel benedetto-maledetto rovello in testa di cambiare, scambiarsi, senza esagerare però, con moderazione, con contegno: …ché non si sa mai! Ca ‘un cangia mai nenti. Ca chini cangiari ‘a via vecchia ppi ra nova… Ca pu’ finiscia ca cangi l’uocchi ppi ra cura…. E nel frattempo cangia ca ti scangi e tutto un infilarsi, sfilarsi e defilarsi: cangia prima tu! …No, prima tu. No tu, ca ghiu mi vriguogni!

E cosi, può accadere che, fatta un’elezione, l’euforia per la novità si eclissi in qualche settimana e della malia per il miracolo avvenuto non resti traccia che in un fantomatico «patto stipulato in segreto» per la gestione degli assessorati e degli incarichi. Si sa: le vecchie abitudini… Eppure le premesse e le promesse…

Se l’anagrafe, il sesso e la dozzina di nuove presenze in seno al consiglio comunale hanno stupito gli stessi elettori bisignanesi, quasi nessuno si è soffermato sulle differenze politiche-partitiche tra le compagini in campo, semplicemente perché inesistenti e ammantate in una deriva democristiana estrinsecatasi in tre liste civiche sovrapponibili. Espediente, largamente abusato da anni, in tutte le competizioni ed in tutto il territorio nazionale.

Nessuno, d’altronde, rimpiange i cerusici, gli eruditi e i cognati d’un tempo, ma fra figli e padri ingombranti, titolati di vario rango e sotto-titolati ad ampio spettro, è proprio necessario la presenza di un facente funzione, di uno sponsor, di associazioni e riferimenti ad hoc per interrogarsi su chinì ’a cummanna veramenti? Se da una parte c’è la trimurti o, se vuoi, il tridente che incarna la maggioranza e fa strali e strame della parola cultura, in una performance continua di evento in evento in una banalizzazione e mise en place mimesi dei migliori salotti televisivi, dall’altra lo spaesato araldo provinciale in cerca di un sottotesto.

In mezzo al guado le comparse d’una parodia-farsa che va avanti immutata da lustri, in una cornice deamicisiana degna del libro Cuore, che t’interroga su chi sia Franti, Garrone, Derossi, Nobis… il Maestro Perboni, la Maestrina dalla Penna Rossi, ma soprattutto su chi sia la voce narrante di Bottini.

La politica non esiste, ma i politici, o presunti tali, esistono, eccome! Impettiti, cu ra giacchittella abuttunata finu all’urtimu buttuni, la cravatta regimental, una faccia di circostanza e il vocabolario abusato e limitato della televisione. Si sa, far politica stressa, spossa, sfibra, squassa. Per via delle maratone assembleari, per via dei cerimoniali e convenevoli, delle esternazioni sia pure comiziali, delle genuflessioni da lacchè e dei baciamano da fiancheggiatori, per via dei soliti quattro gatti bastian contrari per natura e rompiballe per sovra-misura.

Niente paura, per fortuna ci sono sempre nuove elezioni dietro l’angolo. Le elezioni, benedizioni del dio in cielo per qualche dio in terra. Forse è per questo che la politica bisignanese (e non) è sempre tutt’un friccicore! C’è bisogno d’aria nuova, di nuove facce, d’energie fresche? …Ssst! …Ssst! Silenzio, per carità! La politica è una cosa seria e poi si sa: l’apparenza inganna soprattutto in tempi di crisi!

Ci vuole gente navigata, che sappia il fatto suo, che vada avanti nonostante tutto e tutti sia pure in incognito e che faccia finta di niente e non si schiodi, risgrazzia e malanovi! …E pu’ chi l’ha detto che le decisioni che contano hanno bisogno di sedi e figure istituzionali strettamente territoriali?

E cosi, può accadere che s’incappi nell’esistenza del PDE di Franco Bruno, Fratelli d’Italia ci riproponga un redivivo Giovanni Dima, il PD ci ripropini Franco Laratta e La Calabria che vuoi ci ammanisca Gianluca Gallo… E i Gentile, i Trematerra, i Mancini, i MarioPirillo… che male v’hanno fatto? Sursum corda, ordunque…! Chi l’ha detto che la politica non tira cchiù? C’è spiranza ppi tutti d’entrare nella stanza dei bottoni!


 

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