Tesori d'Arte raccolti in una galleria del Rione Giudecca

(di Mario GUIDO)

Una galleria d’arte dove si possono ammirare gli splendidi strumenti costruiti dai famosi maestri liutai Nicola e Vincenzo De Bonis, è stata allestita dall’erede Rosalba De Bonis e da altri suoi familiari, in un locale di proprietà che si può raggiungere percorrendo la strada di circonvallazione che dal rione Giudecca conduce al rione Piano di Bisignano.

Rosalba De Bonis è nipote diretta dei famosi maestri che ha scelto di proseguire la tradizione artistica dell’antichissima dinastia dei De Bonis costruendo chitarre di vario stile, seguendo gli insegnamenti dei suoi zii. Nel mentre l’edificio eretto sulla Collina Castello con in fondi PIT, chiamato Museo della Liuteria, progettato dall’architetto Mario Occhiuto, rimane ancora vuoto e disadorno, in via Giudecca è stato creato un vero scrigno dove sono conservati, oltre ai preziosi strumenti, le forme, gli attrezzi, le foto e tutti i ricordi più belli dei due superbi artisti che da Bisignano e dalla Calabria negletta, sono riusciti a conquistare il mondo dell’arte liutistica con la maestosità della loro inconfondibile arte e, semplicemente, facendo esaminare dalle giurie più rigorose dei concorsi nazionali ed internazionali più selettivi, i loro strumenti, chitarre da concerto, barocche, battenti, violini e mandolini.

Questo tesoro di liuteria artistica è destinato, per volontà degli eredi De Bonis a rimanere nel piccolo rione della Giudecca dove, da sempre, o come vogliono certi studiosi, sin dal 1700, una lunga dinastia di De Bonis ha saputo lavorare il legno ricavandone meravigliosi strumenti che hanno deliziato il popolo e le corti dei principi di Bisignano. Se le autorità comunali lo vorranno, la stessa casa dove hanno vissuto e lavorato i fratelli De Bonis, può tornare a vivere di arte, continuando ad essere ancora, per tanto tempo, la bottega del legno che suona, meta di artisti, musicisti e turisti curiosi, così come lo è stata per tutta la vita dei maestri, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo, Nicola e Vincenzo De Bonis e ora la loro erede, Rosalba dimostra di volere essere una liutaia, degna continuatrice dell’arte dei suoi famosi zii.

proiezione SAPREM MORIRE E RISPETTAR LA VITA di G. Fusaro e M. Vergani

Officina Indie Milano comunica che in data 23 aprile 2016 verrà proiettato il documentario 
“SAPREM MORIRE E RISPETTAR LA VITA, luoghi della Resistenza Rhodense” 
diretto dal regista calabrese Gregory Fusaro e da Massimiliano Vergani (già autori del documentario “In via Savona al 57”, la storia del Cinema Mexico di Milano).
 
La presentazione è inserita nelle celebrazioni del 71° della Liberazione, organizzata da A.N.P.I. sezione di Cassolnovo e l'Amministrazione Comunale di Cassolnovo. 
 
"Avevo un paesaggio. Ma per poterlo rappresentare occorreva che esso diventasse secondario rispetto a qualcos'altro: a delle persone, a delle storie. La Resistenza rappresentò la fusione tra paesaggio e persone."
(Italo Calvino)
 
La proiezione è prevista alle ore 21,15 presso il TEATRO VERDI a Cassolnovo (PV)
Saranno presenti i registi Gregory FusaroMassimiliano Vergani e lo storico Alfonso Airaghi (Anpi Rho)
I brani della colonna sonora eseguiti dal vivo da Gianni RotaDavide BurattiPiero Carcano.
 
Il documentario è prodotto dall'A.n.p.i. di Rho (sezione Angelo Gornati) e ricostruisce le lotte per la liberazione a Rho attraverso le parole di Tonino Guerra, combattente e partigiano. Nella ricostruzione storica curata da Alfonso Airaghi, spiccano le figure carismatiche e fondamentali per la Liberazione del territorio diGiovanni Pesce e Agostino Casati.
 
Per visualizzare il trailer del documentario CLICCARE QUI

L'enigma di Cozzo Rotondo ed il fantomatico tesoro di Alarico re dei Visigoti

(di Mario GUIDO)

Il desiderio di scoprire, una buona volta, l’ambitissimo tesoro del re Alarico, capo dei Visigoti che, secondo quanto affermano alcuni storici, dopo aver saccheggiato Roma per tre giorni nel 410 d.C., si ammalò di malaria e morì mentre si trovava ad attraversare, con le sue orde barbariche, la Valle del Crati, ha fatto nascere, in questi ultimi tempi, nel pensiero dell’ex sindaco di Cosenza, arch. Mario Occhiuto, la volontà di realizzare un ambizioso progetto storico-archeologico che, oltre a favorire la ricerca del famoso tesoro, potesse costituire, per la città di Cosenza, un argomento di studio e di valenza turistica ed economica a livello internazionale.

L’ex Sindaco, nel suo grande progetto, per ora, non ha tenuto in nessuna considerazione quello che accadde a Bisignano tra gli anni 1986 - 1993, quando un nutrito numero di studiosi e specialisti in geo-archeologia, provenienti da alcuni paesi dell’Europa orientale come la Bulgaria, sottoposero ad attenti esami una strana collina che era nota da tempo col nome di “Cozzo Rotondo“ che, si diceva, poteva essere la tomba del mitico Alarico.

Questa collinetta, a forma di tumulo, perfettamente conico, è situata in agro di Bisignano, in contrada Grifone. Forse è stato proprio il comportamento dell’ex Sindaco di Cosenza a suggerire all’associazione culturale “Gentes” e ai soci dell’Archeoclub d’Italia – sede di Bisignano, l’idea di organizzare un Convegno di studi per riprendere a discutere sulla misteriosa collinetta di contrada Grifone.

“Le motivazioni che ci hanno spinto ad organizzare questo appuntamento - spiega Alessandro Sireno – presidente dell’Archeoclub di Bisignano, sono, innanzitutto, il voler riportare all’attenzione, in particolare, delle giovani generazioni, questo importante sito archeologico per niente tutelato a valorizzato. Inoltre, con l’aiuto di esperti del settore, si vuole capire se le indagini condotte su “Cozzo Rotondo“ trent’anni fa, possono essere ritenute esaustive, oppure se, considerate le nuove tecniche e le nuove strumentazioni usate oggi dagli archeologi, una nuova campagna di studi potrebbe dare risultati diversi”.

Dopo l’introduzione e la presentazione dell’interessante iniziativa a cura di Alessandro Sireno, ha svolto la sua relazione sul tema del Convegno il prof. Rosalbino Turco che all’epoca dei primi studi e ricerche sull’ormai celebre collinetta, rivestiva la carica di assessore nell’Amministrazione Comunale guidata dal sindaco, Carmelo Lo Giudice che, all’unanimità, si era dichiarata favorevole a finanziare la campagna di studi con l’intento di svelare l’enigma di Cozzo Rotondo.

Turco ha ripercorso tutte le fasi dell’appassionante studio sul mistero della collina e, servendosi delle pubblicazioni uscite in quel periodo, ha citato alcuni dei giudizi espressi dagli studiosi che intervennero nelle diverse conferenze stampa e nel Convegno conclusivo del quale furono pubblicati gli atti. Molti di questi studiosi paragonarono “Cozzo Rotondo“ ai tumuli che si trovano numerosi in Bulgaria ed in altre regioni dell’Europa orientale e sarebbe uno dei più grandi rimasti ancora intatti e ben conservati.

Come è noto i tumuli sono una sorta di sepolture costruite per seppellire personaggi illustri e potenti e, secondo il prof. Turco, furono tanti gli illustri ricercatori, geologi, archeologi e storici che accennarono all’ipotesi che la collinetta di Bisignano potesse essere la tomba del mitico Alarico, visto che il fiume Crati scorre a poca distanza dal sito e non sono poche le leggende popolari che parlano di misteriose minacce mortali per coloro che si avvicinano a questo luogo.

A sua volta l’archeologa Rossella Schiavonea Scavello, dopo aver affermato che il territorio di Bisignano è ricco di importanti siti archeologici che vanno da Soverano a Mastro d’Alfio, da contrada Grifone a Campovile ed altri ancora che meritano una notevole attenzione da parte degli studiosi. Così come - secondo l’archeologa - la collinetta di “Cozzo Rotondo“ deve essere considerata non tanto per quello che potrebbe contenere al suo interno, bensì per la sua presenza in una zona che ha visto il passaggio di eserciti e di popoli nel corso dei secoli.

Inoltre la studiosa ha affermato, con decisione, che il vero tesoro è proprio “Cozzo Rotondo“ e, poiché nelle ricerche e nei sondaggi già effettuati è stata accertata la sua natura antropica, per lo meno per quanto concerne la parte più alta, occorre riprendere gli studi e le ricerche con i mezzi che offre la tecnologia moderna, per sapere la sua origine, chi l’ha costruito, e i motivi per i quali è stato eretto.

Referendum 17 aprile: a Bisignano le associazioni spiegano le ragioni del Sì

(di Associazione Culturale Il Megafono)

Lunedì 11 aprile, presso la sala conferenze “R. Curìa” al Viale Roma, si è tenuto un incontro pubblico organizzato dall’associazione “Il Megafono” in collaborazione con “Lipu Rende”, “Comitato ambientale presilano” e “Comitato regionale per il Sì” per promuovere le motivazioni del Sì al quesito referendario sulla durata delle estrazioni di idrocarburi in mare entro 12 miglia dalla costa.L’ambientalista bisignanese Mario Palermo ha aperto i lavori introducendo gli aspetti del quesito referendario, in seguito la docente dell’Università della Calabria prof. Laura Corradi, tramite una approfondita e curata presentazione, ha spiegato il processo per la ricerca e l’estrazione del petrolio e i pericoli correlati, i danni all’ambiente e alle risorse idriche, i problemi di smaltimento, i rischi per il mare e la fauna marina, e il fenomeno della subsidenza, ovvero l’abbassamento dei fondali.

Umile Fabbricatore, vicepresidente del Megafono, ha illustrato le ragioni del Sì alla luce dell’attuale crisi ambientale e di cambiamento climatico oggetto dell’ultima conferenza delle nazioni sul clima, ragionando in seguito sulla modesta entità delle royalties in Italia (i corrispettivi che le compagnie petrolifere versano allo Stato per l’estrazione degli idrocarburi), che va a vantaggio delle stesse compagnie a fronte del danno ambientale prodotto in mare e nell’atmosfera. Ha continuato considerando inoltre le direttive europee in contrasto con la norma che lega la durata delle concessioni alla vita utile del giacimento e per la quale l’Italia rischia una procedura d’infrazione, e procedendo con un confronto con le realtà estere virtuose in materia di energie rinnovabili, fino a ribadire la necessità di abbandonare modelli di sviluppo basati sulle fonti fossili per promuovere modelli incentrati sulle rinnovabili e sui capisaldi della sostenibilità ambientale.

Infine, ha concluso indicando quella del referendum come un’opportunità per intraprendere un maggiore dibattito nei territori in tema di ambiente e sviluppo energetico. In seguito Giorgio Berardi, responsabile educazione ambientale Lipu Rende, ha sottolineato la necessità di cambiare la cultura energetica del Paese, di scegliere un modello di sviluppo più libero dai combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili, grazie al quale si potranno generare progressivamente migliaia di nuovi posti di lavoro, sottolineando inoltre l’importanza del mare in tutti i suoi aspetti (ecologico, biologico, turistico) e l’impatto delle estrazioni di idrocarburi su di esso, oltre a evidenziare l’importanza di difendere la ricchezza del turismo, della pesca, del patrimonio culturale, del comparto agroalimentare e tutelare le realtà lavorative già esistenti e consolidate in questi settori.

Nel dibattito sono intervenuti il segretario del Pd di Bisignano, Rosario Perri, e il segretario Prc di Torano, Savina Chiodo, e infine ha concluso Giovanni Peta, geologo e membro del Comitato Ambientale Presilano, che ha illustrato gli effetti negativi sull’ambiente e sul clima che gli attuali modelli energetici basati sulle fossili produrranno a breve e lungo termine e i vantaggi di forme di energia alternative. Fisiologicamente la discussione si è allargata anche sull’attualità locale e gli ambientalisti, a fronte dell’assenza dei consiglieri di maggioranza e opposizione, hanno chiesto a gran voce la convocazione di un consiglio comunale dove poter discutere le vicende degli ultimi giorni.

"Traccia e Prospettiva" di Max Marra al MACA

(di Museo MACA)

A partire da sabato 16 aprile 2016, le ampie sale del Piano Nobile del settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone di Acri (Cs), sede del MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), ospitano una collezione di circa sessanta opere del Maestro Max Marra (Paola, 1950, vivere e lavora a Lissone), grande sperimentatore votato alla ricerca costante di un’arte capace di sorpassare le barriere tra i diversi media rappresentativi.

La mostra, intitolata Traccia e prospettiva, fa parte del Progetto Bancartis, nato nel 2009 dalla collaborazione tra il museo alle pendici della Sila Greca e  la banca  BCC Mediocrati, attraverso il quale, con scadenza annuale, le due istituzioni promuovono l’operato di alcuni degli artisti più autorevoli della scena contemporanea le cui radici affondano nel fertile territorio e nella cultura calabrese, dando vita, al contempo, a un’importante collezione di opere che testimonia di questa grande ricchezza.

L’incessante ricerca di materiali e forme espressive originali, dallo spiccato fascino avanguardista, è attestata dall’eterogeneità delle opere esposte, che spaziano dalla pittura più pura e astratta, alle sculture fatte di assemblaggi polimaterici – «sculture che nascono da scarti e oggetti ritrovati e attraverso la metamorfosi dell'arte restituiscono nuova vitalità e significato», come scrive il critico Claudio Rizzi –, fino alla creazione di opere plastiche, tridimensionali e pittoriche allo stesso tempo, che infrangono i limiti tra le due forme espressive.

La mostra ripercorre gli ultime trent’anni di carriera di Marra, artista narratore, oltre che sperimentatore, che, come scrive il curatore Boris Brollo «crea all'interno dell'opera un racconto sia cromatico che letterario, rimandando così a elementi storici esterni agiografici. Qui l'homo faber si lega all'homo sapiens e ne riscatta la materia facendola diventare opera, fatta ad arte, che pone il suo operato sul piano del linguaggio di una classicità che è appartenuta e appartiene al secolo breve, quello che, se ha visto la fine della Storia con la Esse maiuscola, non ha ancora sancito la fine dell'Arte».

In contemporanea con la mostra di Max Marra, verrà inaugurata la prima tappa del progetto espositivo itinerante Young at Art, composta da circa trenta opere di dieci giovani artisti originari della Calabria e della Basilicata.

Il MACA promuove l’arte del territorio con due nuove mostre

(di Museo MACA)

Il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) prosegue nel suo intento di promuovere attivamente la scena artistica del territorio, da sempre tra i punti chiave della programmazione espositiva, con la doppia inaugurazione che si terrà sabato 16 aprile 2016, a partire dalle ore 18, presso il settecentesco Palazzo Sanseverino-Falcone di Acri, sede del museo.

le ampie sale del Piano Nobile ospiteranno una collezione di circa sessanta opere del Maestro Max Marra (Paola, 1950, vivere e lavora a Lissone), grande sperimentatore votato alla ricerca costante di un’arte capace di sorpassare le barriere tra i diversi media rappresentativi.

La mostra, intitolata Traccia e prospettiva, ripercorre gli ultime trent’anni di carriera dell’artista. L’incessante ricerca di materiali e forme espressive originali, dallo spiccato fascino avanguardista, è attestata dall’eterogeneità delle opere esposte, che spaziano dalla pittura più pura e astratta, alle sculture fatte di assemblaggi polimaterici, fino alla creazione di opere plastiche, tridimensionali e pittoriche allo stesso tempo, che infrangono i limiti tra le due forme espressive.

In contemporanea con la mostra di Max Marra, verrà inaugurata la prima tappa del progetto espositivo itinerante Young at Art, composta da circa trenta opere di dieci giovani artisti originari della Calabria e della Basilicata, selezionati tra quasi cento candidature presentate al concorso preliminare. Il titolo BasiCally, oltre a essere una crasi dei nomi delle due regioni, è un avverbio inglese il cui significato, “fondamentalmente, essenzialmente”, richiama l’attenzione su quell’essenza intangibile, ma chiaramente percepibile, che accomuna il territorio calabrese a quello lucano, entrambi rigogliosi e variegati, come la produzione essenzialmente artistica che scaturisce da essi.

Le circa trenta opere dei dieci artisti protagonisti del progetto (Ettore Basentini, Marta Cerminara, Francesco Cristiano, Debora De Bartolo, Annamaria Di Lecce, Valentina Ferrandese, Roberto Gentili, Antonella Malvasi, Adua Martina Rosarno e Francesco Speciale), esposte negli spazi dedicati alla collezione permanente di dipinti e sculture dell’artista Silvio Vigliaturo, quasi a formare un dialogo con esse, sono una vivida testimonianza della grande varietà di approcci e linguaggi, sintomo della fertilità della scena contemporanea delle due regioni.

Portare l’arte in Calabria. Promuovere l’arte della Calabria è il motto che guida le attività del MACA sin dalla sua nascita, nel giugno del 2006 e che, sabato 16 aprile, a quasi dieci anni di distanza, verrà rinnovato con forza e passione.

Young at Art "BasiCally", selezionati 10 artisti

(di Museo MACA)

Giunto alla sua quinta edizione, il progetto espositivo itinerante Young at Art, indetto dal MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) e dall’associazione culturale Oesum Led Icima, che ne cura e promuove le mostre e le iniziative culturali, ha aperto le proprie selezioni, oltre che agli artisti Under 35 nati in Calabria, anche a quelli originari della Basilicata, con la convinzione che le due regioni siano accomunate da una grande fecondità creativa e una ricchezza culturale antica capace di tradursi in pratiche artistiche estremamente attuali e affascinanti. Per questo, l’edizione 2016 di Young at Art gode dell’importante partnership di ReBAC (Rete Basilicata Arte Contemporanea).

BasiCally, il titolo scelto per l’edizione 2016 di Young at Art, oltre a essere una crasi dei nomi delle due regioni, è un avverbio inglese il cui significato, “fondamentalmente, essenzialmente”, richiama l’attenzione a quell’essenza intangibile, ma chiaramente percepibile, che accomuna il territorio calabrese a quello lucano, entrambi rigogliosi e variegati, come la produzione essenzialmente artistica che scaturisce da essi.

I dieci artisti selezionati, con la varietà dei linguaggi espressivi attraverso i quali esprimono la loro creatività, sono la testimonianza viva e pulsante della fertilità artistica di queste due regioni dal passato culturale antico. 

Artisti Young at Art 2016:

Ettore Basentini – Pittura/Scultura/Installazione

Marta Cerminara – Pittura/Fiber Art

Francesco Cristiano – Fotografia

Debora De Bartolo – Fotografia

Annamaria Di Lecce – Scultura

Valentina Ferrandes – Videoarte

Roberto Gentili – Illustrazione

Antonella Malvasi – Pittura

Adua Martina Rosarno – Pittura

Francesco Speciale – Scultura/Installazione

Altro successo per i ragazzi de "Il Megafono" con "Arrassusia"

(di Mario GUIDO)

Continua a mietere successi la produzione teatrale “Arrassusia” che la Onlus “Giancarlo D’Andrea“ di Luzzi sta presentando in diversi centri al fine di raccogliere i finanziamenti necessari per realizzare un ambizioso progetto “ Tante risate per Un Parco per Amico “ ovvero la creazione di un Parco Inclusivo in territorio di Luzzi, ma destinato a tutti i bambini che abitano nei vari centri limitrofi della Valle del Crati, sia quelli normodotati e ancora di più quelli che presentano patologie nel movimento o altro che potranno giocare e divertirsi insieme nella struttura che sarà dotata di tutte le attrezzature necessarie e , soprattutto, libera da ogni sorta di barriera.

L’altra sera lo spettacolo “Arrassusia“ è stato presentato nel Salone del Club Kratos di Bisignano gremito di gente, soprattutto giovani che con la loro partecipazione calorosa, hanno inteso aderire all’iniziativa di solidarietà degli amici luzzesi, proprio in coincidenza con la giornata mondiale dell’autismo. La commedia “Arrassusia – Tri suoanni, due atti, nu parco“ è stata scritta da Daniel Giorno con il contributo ideale degli amici che fanno parte della Onlus che porta il nome del comune amico, Giancarlo D’Andrea, prematuramente scomparso alcuni anni fa.

La regia, la sceneggiatura, l’animazione, i suoni e gli attori, tutti improvvisati e dilettanti, fanno parte della Onlus luzzese e ciascuno s’impegna a dare il meglio di sé per realizzare tanti progetti di solidarietà e di fare del bene agli altri. Lo spettacolo di Bisignano è stato organizzato dall’Associazione “Il Megafono“, composta da tanti giovani e presieduta da Pierfrancesco Balestrieri che hanno voluto invitare gli amici della Onlus della vicina Luzzi, per contribuire alla realizzazione del “Parco Inclusivo“ sognato per i bambini del comprensorio di Valle Crati.

Un’ora e mezza di sane risate e di attente riflessioni sui problemi della vita che, con semplicità e spontaneità, i diversi attori hanno saputo suscitare nella mente e nel cuore di tutto il pubblico presente che non ha mancato di sottolineare con continui applausi la divertente interpretazione dei vari personaggi che fanno parte della vita di tutti i giorni.

Sabato 12 marzo convegno sull'enigma di Cozzo Rotondo

(di Archeoclub d'Italia Bisignano)

Cozzo Rotondo, un sito archeologico del comune di Bisignano (CS), il cui enigma rimane ancora irrisolto. Dopo molti anni si ritorna a parlare di questo tumulo che ha sempre suscitato interesse tra la popolazione residente e non solo, la cui natura è sicuramente opera dell’uomo. Durante la Seconda guerra mondiale perfino i tedeschi si interessarono di Cozzo Rotondo, pensando che al di sotto potesse celarsi un ricco tesoro.

Nella metà degli anni ’80 del secolo scorso, il caso era ritornato prepotente all’attenzione della cronaca quando importanti studiosi provenienti da tutto il mondo ipotizzarono che sotto questa collinetta artificiale potesse esserci la tomba del re Alarico o di Alessandro il Molosso. Le indagini all’epoca si fermarono ai soli studi geologici, ma non seguì una più accurata campagna archeologica. Vennero realizzati alcuni sondaggi sul tumulo, ma non si proseguì verso una lettura attenta di tutta l’area circostante che potrebbe fornire elementi rilevanti per comprendere più a fondo questo che, ad oggi, rimane ancora un mistero irrisolto.

Alla luce di queste considerazioni l’Archeoclub d’Italia sede di Bisignano vuole tornare a fare chiarezza sulla questione di Cozzo Rotondo con un convegno che si terrà sabato 12 marzo 2016 ore 17,15 nella Sala Conferenze “R. Curìa”, Viale Roma - BISIGNANO (CS).

«Le motivazione che ci hanno spinto a organizzare questo appuntamento - spiega il presidente dell’Archeoclub di Bisignano Alessandro Sireno - sono molteplici: innanzitutto il voler riportare all’attenzione, in particolare tra le giovani generazioni, questo importante sito archeologico per niente tutelato e valorizzato. L’altra questione è quella di capire, con l’aiuto di esperti del settore, se le indagini svolte negli anni ’80 possono essere ritenute esaustive oppure se, considerate le nuove tecniche e le nuove strumentazioni utilizzate oggi dagli archeologi, ci siano le condizioni per effettuare una nuova campagna di studi. La questione di Cozzo Rotondo, quindi, non va letta solo all’interno delle ricerche della tomba e del tesoro del re Alarico o di altri condottieri del passato: questo luogo va studiato ed esplorato a prescindere da cosa possa o non possa celare al suo interno, perché l’importanza del tumulo è il tumulo stesso, che è il più grande tra tutti quelli presenti sul territorio italiano. A tal proposito, l’Archeoclub d’Italia sede di Bisignano propone la realizzazione di un percorso culturale che comprenda i tanti luoghi di interesse archeologico presenti sul nostro comune da poter sottoporre all’attenzione dei tanti appassionati del settore».

 

Nel convegno interverranno:

- Damiano Grispo, sindaco f.f. del Comune di Bisignano;

- Rossella Schiavonea Scavello, archeologa e dottoranda Università della Calabria;

- Alessandro Sireno, presidente Archeoclub d’Italia sede di Bisignano;

- Rosalbino Turco, docente I.I.S. “E. Siciliano” di Bisignano.

 

L’appuntamento è realizzato in collaborazione con il Comune di Bisignano e l’Associazione Culturale Gentes.

Durante la serata verrà proiettato il documentario storico su Cozzo Rotondo, curato dall’Associazione Culturale Gentes, con immagini inedite tratte dell’archivio privato del fotoreporter Luigi Braile.

 

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