Traffico di rifiuti "Petrolgate", non confondiamo le acque

(di Associazione Ambientalista Valle del Crati Bisignano)


L'Associazione Ambientalista Valle del Crati – Bisignano a seguito delle notizie circolate e diffuse da organi di informazione sia locali che nazionali, in merito alla sentenza della Procura di Potenza riferita alle indagini del centro oli ENI di Viggiano del 2016, nell'ambito del "Petrolgate" sulle estrazioni in Basilicata e sul presunto smaltimento illecito di reflui petroliferi, intende precisare che:

tale sentenza non ha nulla a che fare con l’inchiesta ARSENICO,

conclusa il 14 febbraio dell’anno scorso e pertanto, non è da confondere, come si vorrebbe far credere, con le altre indagini svolte dalla Procura di Cosenza aventi per indagata la stessa CONSULECO Srl e lo smaltimento di rifiuti pericolosi.

Nel processo di primo grado la sentenza della Procura di Potenza:

ha condannato l’ENI per traffico illecito di rifiuti e ha dichiarato ENI responsabile degli illeciti amministrativi per i quali è stata anche condannata al pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria per un importo complessivo di 700.000,00 €;

ha disposto a carico di ENI la confisca della somma di 44.240.071,00 € quale profitto del reato, da cui detrarre l'ammontare dei costi sostenuti per l'adeguamento dell'impianto;

ha condannato gli imputati e ENI, in solido tra loro, al risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali da liquidarsi in separata sede in favore delle 171 parti civili;

ha condannato gli imputati ed ENI alla refusione delle spese sostenute dalle parti civile;

ha disposto di non doversi procedere per alcuni reati essendosi estinti per intervenuta prescrizione;

ha assolto, gli intermediari coinvolti nel trasporto e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi tra cui Vincenzo Morise, al tempo dei fatti a processo amministratore e titolare della CONSULECO Srl con sede operativa a Bisignano.

Infine ha escluso la responsabilità per nove società, tra cui la Consuleco Srl, assolte per mancanza di prove dell'illecito amministrativo, ma ciò non vuol dire che i rifiuti non siano stati smaltiti a Bisignano, anzi sono stati smaltiti come non pericolosi, grazie alla contraffazione dei codici di classificazione da parte di ENI, ma in realtà erano pericolosi!

Non spetta a noi decidere se CONSULECO ed il suo amministratore ne fossero consapevoli, il dato importante è che le documentazioni mascherarono la vera natura delle sostanze da smaltire e non è chiaro, se furono “depurate” secondo i disciplinari.

Dal punto di vista della salvaguardia dell'integrità ambientale, è grave che non si sia accertata la vera natura e le modalità di corretto smaltimento di quegli stock di rifiuti pericolosi.

Come detto, si tratta di un fatto indagato a Potenza diverso e precedente rispetto ai fatti indagati a Cosenza successivamente.

Se pur la materia di indagine riguarda ugualmente i rifiuti pericolosi, le due indagini sono distinte.

Ricordiamo che questa sentenza di Potenza è al primo grado di giudizio pertanto non va percepita come sentenza definitiva.

Inoltre per quei fatti (manomissione dei codici identificativi dei rifiuti pericolosi), si indagava sull'inizio del processo di smaltimento partendo dall’azienda che aveva prodotto e organizzato il processo di avvio allo smaltimento, non sulla fine del processo, cioè il trattamento e lo smaltimento delle materie trasportate come è avvenuto per le indagini successive della Procura di Cosenza.

La lentezza delle procedure della giustizia hanno consentito che lo smaltimento delle scorie di produzione del Centro Oli di Viaggiano dell'ENI, avvenisse senza alcun controllo e senza alcun accertamento della filiera di smaltimento al fine di accertarne l’effettiva pericolosità.

Pagano solo ENI ed i suoi dirigenti, ma limitatamente all’esiguo risarcimento delle parti civili, perché la somma confiscata probabilmente in larga parte è già stata assorbita dai costi di adeguamento dell'impianto.

Nulla è disposto, in questa sentenza, per la bonifica ambientale al COV di Viaggiano, ma anche presso gli altri siti di smaltimento in vari luoghi.

Certo è che qualcuno, interessato a far apparire che la sentenza di Potenza decida anche per l'indagine di Cosenza, prova a strumentalizzare  mediaticamente questa sentenza che nei fatti non ha nulla a che fare col procedimento avviato dalla Procura di Cosenza, mentre, invece, si cerca di non diffondere quella che è una notizia di grande interesse per Bisignano e per la provincia cosentina e cioè che nell’ambito dell’inchiesta ARSENICO,  il 23 Febbraio 2021 tutti gli indagati sono stati rinviati a giudizio.

In ogni caso, sia nelle indagini potentine che in quelle cosentine, chissà come mai, compare sempre CONSULECO Srl ed il suo proprietario signor Vincenzo Morise.


 

On Screen Facebook Popup by Infofru

Seguici su Facebook. Basta un click sul Like Button qui sotto!

Close

©Bisinews.it